domenica 19 febbraio 2012

18° Pagina

Ho sempre pensato che il rispetto sia una cosa troppo complessa per iscriverla in qualche regolamento universale; alcuni pensano che esso va dato a chiunque, sia all'amico, sia al nemico, ma se una persona ci maltratta e noi la rispettiamo, questa reazione non potrebbe esser ritenuta sottomissione ai più “forti”? Nonostante il nostro rispetto lui continuerà a tormentare la vittima senza alcuna ragione, tuttavia se ci si ribella ai propri maltrattamenti si finisce col il non rispetto del proprio nemico e perciò la parte del torto potrebbe ricadere benissimo verso il proprio lato, tutto ciò è inspiegabile, impossibile da mettere in pratica!
Lo sguardo di Cecilia si fece sempre più agitato non appena il fantomatico Andrea si stava per avvicinare alle scale, era seguito da una ragazza al quanto strana e da due ragazzini, uno di bassa statura e l'altro identico ad Andrea; la ragazza indossava una gonna nera veramente corta da far perdere il senso dell'orientamento a qualsiasi ragazzo che avesse dato un'occhiata alle sue delicate gambe lisce, aveva dei lunghi e finissimi capelli neri, su di essi, vi era attaccato un grazioso fermaglio blu a forma di farfalla che le donava un aspetto da brava e dolce ragazzina, aveva un viso quasi perfetto, liscio e di forma ovale, la sua pelle era chiara quanto il viso di una geisha giapponese ed i suoi occhi erano talmente azzurri da far arrossire il cielo dall'imbarazzo. In quanto agli altri due ragazzi avevano l'aspetto di normali studenti che seguivano periodicamente la moda che trascorreva; indossavano tutti e due dei lunghi jeans neri a vita bassa, uno di loro indossava una nera maglietta con su scritto “America” e l'altro indossava una semplice anche se all'apparenza costosa maglietta di cotone color indaco, avevano tutti e due dei semplici tagli di capelli, più corti ai fianchi e un po' più lunghi e dritti al centro, sembravano quasi gemelli se non fosse stato per la conformazione del viso, uno di loro aveva il volto talmente tondo che sembrava quasi che avesse un mappamondo al posto della testa, tuttavia l'altro ragazzo, quello un po' più alto, aveva un viso ovale con dei lineamenti perfetti, -il tipico ragazzo che fa impazzire le adolescenti con un semplice sguardo- pensai.
Stavano per irrompere nel primo gradino della scalinata quando tutto d'un tratto osservarono la porta da cui dovevano entrare, Andrea ci vide a due passi davanti ad essa, si fermò lentamente avanzando con un piede sul gradino successivo, scrutò Cecilia con aria insolita accennando un piccolo e fugace sorriso, sembrava fosse pronto a mettere in pratica qualcosa di estremamente malvagio.
La nostra buffa conversazione era ormai finita, regnava il silenzio più completo che possa esistere, eravamo in attesa del passaggio di quei quattro compagni di classe.
Non appena Andrea riprese la scalinata il fragoroso rumore circostante dei compagni sembrò quasi arrestarsi nel nulla, più si avvicinava e più notai particolari che in lontananza non riuscii a percepire; Aveva dei capelli meravigliosi, erano neri e lisci come il pelo di un gatto, sembravano fini quanto quelli di un ragazzo orientale, e l'effetto che gli dava il sole era spettacolare, non erano molto lunghi poiché riusciva benissimo a rizzarseli con un po' di gel, ma nonostante ciò aveva un grazioso ciuffo che gli ricadeva sull'occhio sinistro donandogli un aspetto simpatico e bizzarro, più lo osservavo e più mi chiedevo il perché Cecilia lo odiasse così tanto, dal suo aspetto potevo dedurre solamente che era un ragazzo come gli altri, anche se possedeva una bellezza innata.
Quando fu a un passo da me scorsi un particolare che mi lasciò a bocca aperta, aveva degli occhi veramente favolosi! Di primo impatto sembrò quasi che non possedesse alcun color nell'iride; ne azzurro, ne marrone, ne verde, niente, non notai alcuna colorazione finché non si avvicinò abbastanza, poi capii che non fu colpa mia se non scorsi nulla, era talmente scuro da confondersi con il nero della pupilla, tuttavia non si fondeva con il color centrale, essa era ancora più nera del normale ed era contornata con un sottilissimo e quasi impercettibile anello argenteo. Il suo abbigliamento era completamente estivo, indossava dei pantaloncini color beige che terminavano poco più in basso delle ginocchia, portava una classica ed aderente maglietta bianca che gli stringeva il petto e sull'orecchio sinistro aveva uno di quei minuscoli orecchini rotondi che luccicano non appena incontrano la luce del sole. La sua corporatura muscolosa faceva notare che di certo non apparteneva alla fascia della nostra età, sembrava che avesse qualche anno in più di noi, attorno ai diciotto. 
Keiji Kentari





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