domenica 22 gennaio 2012

5° Pagina

Qualche minuto dopo la professoressa varcò la porta della classe, ora era il silenzio e l'ordine che domavano quella classe.
-Salve ragazzi, strano questo silenzio, non è da voi!- disse la professoressa ridendo allegramente.
-stai tranquillo, questa prof è bravissima- sussurrò Cecilia.
Quella frase riuscii a calmarmi lievemente anche se il suo aspetto non prometteva niente di buono: aveva dei capelli castani che le arrivavano alle spalle, degli occhiali dalla montatura argentata e degli occhi color marrone scuro, era snella e bassa, indossava un grazioso vestito verde che ricordavano vagamente quelli orientali e il suo modo di dialogare era al quanto buffo.
-Ah già, ne abbiamo uno nuovo!- esclamò non appena si accorse della mia presenza.
Tirò fuori dei libri dal suo grande borsone verde e riprese la conversazione sbirciando una sorta di registro di classe.
-Allora, tu devi essere Luca, giusto?-, annuii senza dire una parola, 
Sorrise e mi fissò per qualche secondo.
-Io sono Helena e sarò la tua professoressa di italiano, non preoccuparti, presto o tardi ti abituerai a questa banda di scalmanati!-
La osservai incredulo e capii che la mia sensazione di antipatia nei suoi confronti era completamente errata; era una giovane e spiritosa insegnante piena di passione per l'insegnamento e di orgogliosa simpatia che sprizzava da tutti i pori.
-Dai ragazzi, iniziamo la lezione!...-.


2.
Tra chiacchiere e spiegazioni le prime due ore passarono velocemente: Cecilia rispondeva a ogni singola domanda della prof salvando così i possibili superstiti di interrogazioni a sorpresa, ma nonostante quel continuo impegno riusciva persino a ritagliare del tempo per me ponendomi centinaia di domande riguardanti ogni sorta di argomento. Dietro di noi arrivavano le risate soffocate di Vanessa e Mattia che si raccontavano a bassa voce episodi del loro week mentre alla loro destra vi era Damon intento a osservarli senza pronunciare una minima sillaba. Tutto il resto della classe era impegnata a farsi gli affari propri pasticciando su qualsiasi cosa che gli capitava sotto mano o semplicemente chiacchierando con i vicini di banco.
Non appena si sentii la campanella risuonare nei corridoi gli studenti si precipitarono fuori dalla classe come se volessero fuggire da quella che per loro era considerata una prigione giovanile.
-Finalmente un po' di sano riposo- disse Cecilia.
-eh si- risposi ridendo.
-Dai, scendiamo in cortile che devo mostrarti una cosa!- esclamò prendendomi per mano, mi trascinò verso l'uscita della classe quando tutto d'un tratto dal profondo dell'aula arrivò un flebile richiamo.
-Ma dove lo porti? Poverino lascialo riposare- disse Vanessa,
-macché, se prende un po' di aria fresca si rimette in piena forma!- rispose Cecilia accennando un sorriso.
-Questo è anche Vero... dai su cucciolo, andiamo anche noi a prendere una bella boccata di aria fresca!- esclamò rivolgendosi a Damon.
Salutai velocemente la prof con un sorriso e dopo aver intravisto il suo cenno di risposta fui tirato contro la mia volontà fuori da quell'aula.
Percorsi tutto il corridoio trasportato da quella fredda mano fino ad arrivare alla scalinata che precedeva il cortile;
Keiji Kentari



Scusate per l'assenza ma sono ammalato e a malapena riesco a tenermi in piedi. hahahah.
Non ricordo nemmeno ciò che ho scritto quindi non so se è decente.. Volevo assolutamente finire la pagina, ma mi sa che appena starò meglio la correggierò. hihi.
Ah già.., ho fatto qualche correzione alle pagine precedenti.. ^^''

Un saluto dal vostro malatino.., Keiji!



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