martedì 17 gennaio 2012

4° Pagina

-Allora, loro sono: Cecilia, Mattia e il mio ragazzo Damon-
feci un cenno per salutarli timidamente e li squadrai dall'alto verso il basso per un istante:
il suo ragazzo non aveva nulla di particolare che lo rendesse irresistibile; era alto e magro, aveva dei capelli corti e castani, un luccicante piercing sul sopracciglio sinistro, degli occhi scuri e un tono di voce basso e minaccioso. La ragazza aveva dei capelli biondi a caschetto, la sua carnagione era al quanto scura e aveva un buffo ma intelligente modo di dialogare, portava degli occhiali dalla montatura nera e quel suo bianco sorriso rendeva la sua partecipazione ancora più piacevole. L'ultimo ragazzo alla sola vista incuteva un po' di inquietudine; era basso rispetto ai suoi compagni ma dal fisico si deduceva che era molto atletico, indossava ogni sorta di accessorio con borchie o teschi ovunque, portava una maglietta rappresentante ogni sorta di forma demoniaca e dei semplici jeans ricoperti da catene argentate.
Mi accennarono un saluto e iniziarono a tempestarmi di domande riguardanti la mia scuola precedente e la vita passata, fu piacevole parlare con loro anche perché qualunque cosa io dicessi loro riuscivano a banalizzarla rendendola divertente per tutti.
Il rintocco severo della campanella interruppe quell'interrogatorio per richiamare gli alunni nelle rispettive classi, dopo pochi secondi quei corridoi divennero stracolmi di zaini e giovani menti da spremere fino al midollo.
-Che noia ora è veramente iniziata- sussurrò Mattia.
-Ma dai che dici, finalmente si studia di nuovo!- rispose ridendo Cecilia.
-Alla prima ora abbiamo Italiano, segui Damon, noi dobbiamo andare a recuperare i libri negli armadietti, su su, sbrighiamoci prima che si crei traffico!- ordinò Vanessa avventurandosi nel corridoio.
Damon mi guardò dall'alto come se volesse confermare la cosa e iniziò a camminare sempre più velocemente separandosi dagli altri.
Dopo varie svolte e rettilinei arrivammo finalmente alla porta desiderata;
quel piccolo tratto fu veramente imbarazzante, non appena i ragazzi avvertivano la mia presenza si zittivano facendo calare un silenzio tombale che avrebbe messo a disagio chiunque e per di più scorgevo dalle loro bocche dei pregiudizi e pettegolezzi infiniti come se conoscessero già ogni cosa sul mio conto.
L'aula era piccola rispetto a come me la immaginavo, i banchi erano disposti in quattro linee orizzontali, la cattedra si trovava di fronte ad essi e sul muro vi era appesa una grande lavagna nera con a fianco affisse delle cartine geografiche un po' trasandate, le pareti erano bianche come il latte e sulla parete destra vi erano due finestre che affacciavano sull'immenso cortile.
Damon mi indicò l'unico posto rimasto.
-Siediti a quel banco, Cecilia sarà la tua vicina di banco e dietro di voi ci saremo io, vani e matti-.
Dopo pochi minuti l'aula si riempì di studenti e il caos si fece insopportabile; gli sguardi incuriositi dei compagni erano fissi su di me mentre io e Cecilia conversavano liberamente senza alcuna distrazione, mi spiegò che fin da piccola le piaceva studiare e che da grande avrebbe voluto seguire le orme della madre facendo la veterinaria, mi raccontò di quando, da piccola, la aiutava nello studio e di quanti animali avevano soccorso, ancora oggi dopo la scuola la raggiunge cercando di dare un aiuto concreto anche se le sue ore libere non sono molte a causa dei troppi impegni scolastici.

Keiji Kentari



Scusate ma questa pagina non mi veniva proprio, spero vi piaccia!
Ho notato che i visitatori sono aumentati anche se di poco finalmente...
Più vado avanti a scrivere e più diventa difficile ma di certo non mi arrenderei mai e poi mai, ci sono delle parti di questo racconto che voglio ASSOLUTAMENTE scrivere perchè credo che siano veramente emozionanti e romantiche...
Non si può ancora dedurre la storia vera e propria.. (a parer mio l'inizio di tutti i libri è sempre un po' noioso) ma con il tempo si scoprirà...
Ho notato oppure è solo una mia impressione che il mio modo di scrivere cambia a seconda del mio umore; quando sono felice e euforico tutto sembra così facile e perfetto, invece quando sono preoccupato o triste come adesso diventa tutto così complicato e arduo.., forse è meglio se in questi periodi mi prenda qualche pausa aspettando di nuovo quei piacevoli momenti di allegria.., Chissà... 


Notte Notte, Keiji!




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