lunedì 21 maggio 2012

Tema Scolastico


La sua pelle, così candida e sensibile, al sol tocco sembrava di sfiorar un neonato.
E i suoi occhi smeraldo, così puri e limpidi, le donavano un qualcosa..., un qualcosa di indomabile.
Ed il suo sorriso..., già..., ricordo quel suo inseparabile sorriso; quei suoi lunghi e graziosi canini, quei suoi biancastri fiocchi e quel suo continuo accendersi e spegnersi che donava invidia e felicità a chiunque lo avesse notato.
«Com'è bella quando sorride!», sussurravano inconsapevolmente le voci dei passanti; ad ogni suo pungente passo una nuova voce di ammirazione le entrava nella mente, e a ogni suo sorriso il velo della finzione le incombeva sul volto.
Tutti la adoravano, tutti la desideravano e tutti volevano avere a che fare con lei; era la più bella, la più dolce e la più generosa donna dell'Universo intero.
Non trascorse un singolo giorno senza che ella non ricevesse un nuovo mazzo floreale, una scatola dei suoi cioccolatini preferiti, o, per chi se lo poteva permettere, un prezioso gioiello.
Gli uomini facevano follie per lei, sia quelli con un'anima al proprio fianco e sia quelli liberi di amare.
«Ma grazie! Com'è gentile, non doveva proprio!», rispondeva sorpresa ad ogni bel gesto che le veniva conferito, subito dopo scattavano quei suoi due baci di ringraziamento e istantaneamente le guance del beneficiario arrossivano dall'imbarazzo.
Tuttavia, quello che gli altri non sapevano, era che quel sorriso era come una maledizione per lei; in realtà, tutta la sua giornata era un enorme e gigantesco strazio riempito da migliaia e migliaia di falsi sorrisi, lei non lo faceva apposta, ormai era istintivo sorridere per qualsiasi cosa o per qualsiasi persona, fatto sta, che il suo umore era esattamente il contrario; se era depressa, sorrideva. Se era triste, sorrideva, e se era arrabbiata o scocciata per qualcosa, sorrideva... .
Certo, tutti quei complimenti le strappavano anche un solo granello di felicità al giorno, ma tutto ciò significava solamente una cosa; ogni individuo, sia uomo che donna, era interessato solamente alla sua ineguagliabile bellezza e alla sua immensa bontà, per loro, lei non poteva avere una giornata storta o un momento difficile, tutto era rose e fiori e tutto andava per il verso giusto.
Ella attendeva inutilmente che qualcuno le venisse vicino e le domandasse semplicemente: «c'è qualcosa che non va?», ma nulla, erano tutti accecati da quel grandioso sorriso che iniettava euforia a chiunque lo avesse incrociato, non si poteva negare la perfetta finzione di esso, perciò non si poteva addossare l'intera colpa a quella povera e semplice gente di strada, la vera colpa l'aveva lei ed il suo instancabile sorriso che la tormentava..., e purtroppo, anche se in ritardo, ella lo capì.
Non attese un solo attimo, si arrese..., si arrese all'evidenza che un cambiamento così duro in quel momento non avrebbe mai potuto sopportarlo ed affrontarlo, era terrorizzata, e non aveva nessuna persona con cui confidarsi per sfogare tutto il suo pentimento... .
Così..., diede una delicata spinta allo schienale della sedia, e rimase muta per qualche minuto, aspettando che la corda strangolasse quel ridente demone. 

Keiji Kentari





Scusate per il brutto italiano usato ma non avevo voglia di correggerlo e metterlo a posto! 
ciau, Keiji! ^^





1 commento:

  1. Bravissimo fratellino, potresti approfondirlo e curare meglio i personaggi, ne uscirebbe davvero un bel racconto ^^

    RispondiElimina