domenica 5 febbraio 2012

11° Pagina

Dopo pochi minuti sentii i passi di mia madre scendere le scale, ora che non indossava più quelle scarpe con dei tacchi vertiginosi si sentivano solamente dei tonfi tranquilli e calmi delle sue pantofole di casa.
Si avvicinava sempre di più e in un attimo riuscii a sentire la sua presenza alle mie spalle,
-Dai su, non fare il musone- disse dandomi una spettinata ai capelli -meglio se dopo vai a riposarti un po'-, 
-uff- sussurrai infastidito dal suo leggero tocco,
Nascosi il viso tra il braccio per farle capire di lasciarmi stare in pace ed iniziai a pensare a quella mia prima giornata di scuola; chissà che cosa avrà fatto Cecilia dopo essersene andata in tutta fretta dalla scuola, magari si è pentita di aver trattato così il povero Mattia ed ora sta piangendo da sola, in camera, mentre abbraccia il cuscino. A forza di pensarci riuscivo persino ad ascoltare quel suo pianto soffocato ricoperto da singhiozzi strozzati e mugolii di dispiacere... .
Il fragile rumore del piatto che batté sul tavolo mi risvegliò da quella ricostruzione mentale,
-Dormi poi dopo, ora mangia birbantello- esclamò mia madre accennando uno scaltro sorriso,
Volsi lo sguardo verso il piatto e presi la forchetta, nonostante quella stanchezza non avevo neanche un briciolo di fame, spinsi il piatto verso il centro del tavolo e mi alzai,
-Mamma non ho fame, mangio poi dopo-
-Non hai assaggiato niente, come fai a dire che non hai fame?- domandò incredula,
Non le diedi risposta perché sapevo che se lo avessi fatto quella conversazione sarebbe durata ore ed ore, mi diressi verso il corridoio con i continui richiami di mia madre alle spalle, salii le scale e non appena entrai in camera accesi il portatile, programmai un po' di buona musica e lo appoggiai sul comodino, riuscii ad ascoltare una sola canzone quando tutto d'un tratto caddi in un profondo sonno trasportato da quelle soavi note di pianoforte e quella dolce voce.

Keiji Kentari






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