venerdì 26 ottobre 2012

Tema Scolastico 2

Il buio della notte era ormai calato e i vasti campi rigogliosi di piante da frutto e di selvatica vegetazione si erano spenti, addormentandosi all'arrivo della luna.
Dalla finestra si udiva solamente il continuo scorrere del ruscello vicino a casa ed il leggero suono delle chiome sbattute dal vento.
Io guardavo le luci che laceravano quel manto oscuro, quelle dei lampioni e quelle delle case ancora sveglie, cercando forse, con un po' di timore, di scorgere quei due bagliori che attendevo ormai da molte ore.
Quando il telefonino squillò capii che era finalmente arrivato il momento e con un crescente tremolio mi diressi fuori casa, attraversai il cortile e subito riaffiorarono nella mente quelle importanti parole che mi ripetevo ormai da mesi :«L'importante è provarci, non hai nulla da perdere!», riuscii ad infondermi un po' di coraggio ma non per molto.
Intrufolai la mano nella folta siepe per cercare l'interruttore della luce, non appena un lampo squarciò quel velo oscuro mi avvicinai al cancello, lo attraversai e mi sedetti su un muretto di cemento in attesa del suo arrivo.
Cercai di osservare il più lontano possibile ma a sbarrare la vista vi era quell'enorme e grigiastra recinzione della casa accanto su cui ricadevano i migliaia di rami degli alberi che lui curava con minuziosa precisione ogni singolo giorno dell'anno.
Passarono i minuti ma l'unica forma di vita presente in quella zona, oltre a me, era quella piccola falena che continuava a sbattere amorosamente sull'involucro ardente del lampione.
Proprio quando il freddo della notte iniziava ad infilarsi dispettosamente tra le piccole aperture dei vestiti due fasci luminosi penetrarono nelle fessure che quei rami concessero, si avvicinarono sempre di più, dopo pochi secondi si riuscii ad udire il borbottante rumore del motore, fin quando si accostò di fronte al cancello, e tutto ritornò alla più totale tranquillità.
 Keiji Kentari







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