domenica 26 febbraio 2012

20° Pagina

Non appena tentai di entrare, la strada mi si sbarrò,
-Lascia passare sfigato- borbottò innervosito afferrando la maniglia,
mi scansai gentilmente come se non fosse successo nulla, e li osservai dirigersi verso il corridoio principale.
Fui colpito dal grazioso sorriso e dal leggero saluto che mi rivolse quella strana e tenebrosa ragazza, che passeggiava insieme a quei loschi giovanotti.
Insieme a loro risaltava ancor più carina e delicata, nonostante quel suo aspetto un po' trasandato, si poteva notare con facilità che era piena di bontà e dolcezza.
Essendo stato colto alla sprovvista, riuscii a pronunciare solamente un minuscolo e impercettibile “ciao”, tuttavia credo le bastò, rise silenziosamente coprendosi la bocca con una mano, e dopo che mi diede un'ultima occhiata, si voltò e si affrettò a raggiungere i suoi amici ormai diretti verso la classe.
Le prime due ore trascorsero silenziosamente, dovetti cambiare banco per far star Cecilia vicina a Vanessa, così mi sedetti in centro agli altri due. Come suo solito, Damon non pronunciò alcuna sillaba, per quanto riguarda Mattia, restò anche lui in silenzio a fissare la lavagna per tutto il tempo. Al suono della campanella ci dirigemmo verso il cortile, ormai la notizia del nuovo arrivato passò in secondo piano, quella frenetica e piacevole sensazione di rinnovamento era sparita dai volti dei compagni, tutto sembrò tornare alla normalità.
-Distrai Matti per un po', così parliamo tranquillamente con Ceci- sussurrò Vanessa al mio orecchio mentre attraversammo il corridoio, annuì ancora prima che lei finisse di parlare, ma il problema era, che non avevo la più pallida idea di come fare per trattenerlo a lungo... .
-Grazie piccolino- aggiunse avviandosi verso il parco affiancato al cortile,
mi accostai a Mattia nella speranza che lui mi rivolgesse per primo la parola, ma non fu così, li seguimmo finché entrammo nello spiazzo di erba, Vanessa mi lanciò uno sguardo in segno di mettermi all'opera, e non sapendo più che fare lo trattenni dandogli un leggero colpetto sulla spalla, si voltò e mi fisso tranquillamente, in attesa della mia domanda.
Lo guardai fisso negli occhi, tentando inutilmente di scorgere una qualsiasi domanda appropriata per attaccare un discorso,
-ehmm...- sussurrai a bassa voce inclinando lo sguardo verso i fili d'erba che uscivano da quella soffice terra,
-Stai bene?- domandò incredulo non appena si accorse della mia situazione di difficoltà,
-si si- esclamai sorridendo agitatamente,
-sicuro? sei tutto rosso in viso...-,
-si si, sono sicuro. Volevo solamente chiederti chi era quell'Andrea...- ammisi nella speranza che lui non si irritasse. Era l'unica domanda ragionevole che mi era frullata nella mente, e anche se parve non piacergli, era ovvio che lo avrei trattenuto per un bel po' di minuti preziosi.



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